domenica 28 febbraio 2010

Libere sementi in libera terra

Nell'anno della biodiversità, l'unico contributo che possiamo è scambiarci i semi, mantenere vive le varietà che l'industria agronomica uccide in nome della produzione a breve termine.

Questa mattina, dopo la partita, sono andato direttamente all'Agriturismo Cà dell'Agata, a Zugliano, vicino a Thiene. Lì, per il secondo anno, si è svolto un evento chiamato Libere sementi in libera terra promosso dal GAS di Thiene e dalla Rete dei semi rurali.
Quando ho saputo di questa cosa, attraverso la mail di Civiltà Contadina, non ho esitato.

Sono arrivato verso mezzogiorno, nel bel mezzo di uno scambio di esperienze, proseguito in un pranzo splendido che come portata principale aveva un'insalatina di topinambur, sedano rapa e cavolfiori, tutto crudo, polentina maranello, sformato di patate e ceci neri. Una delizia!

Quindi siamo passati allo scambio dei semi.
Ho portato a casa cose spaziali! La più misteriosa e interessante è la Luffa, una pianta che mi regalerà spugne! Sisi, proprio quelle per lavare! Forte, no?
La prima cosa che ho preso, invece, è stata la Zucca grande della Serbia, che mi porterà fortuna, ne sono certo.

I miei semi di Stevia, poi, hanno avuto un successone e mi sono preso un bel pò di complimenti poiché è risaputo che è molto difficile ottenerli, di solito si procede a talea.

Ora però devo pensare al calendario delle semine... comincio ad avere una mensola piena di cartocci con 20 tipi di sementi... :-)

martedì 23 febbraio 2010

Disprezzo


Riporto questo articolo e sotto il mio commento.

Da qui

A Vicenza senza paga nel cantiere della base Usa

I ventidue lavoratori di una ditta al lavoro nel cantiere alla caserma Ederle [Usa] di Vicenza, la Tri-Intonaci di Noventa, non ricevono stipendi da otto mesi. E il titolare si è tolto la vita domenica 21

Ventidue lavoratori senza stipendio da otto mesi: è una piccola impresa come altre migliaia, la Tri-Intonaci di Noventa Vicentina, stretta nella morsa della crisi. Con una piccola differenza: a non corrispondere gli stipendi ai ventidue operai in questo caso è il Consorzio Pizzarotti-Pelzinger, che ha subappaltato un lavoro molto particolare, la costruzione della nuova clinica all’interno della caserma Ederle di Vicenza.
La Tri-Intonaci ha ottenuto il subappalto per l’intonacatura della clinica, ma a lavoro fatto la Pizzarotti, non soddisfatta del risultato, ha avviato un contenzioso chiedendo una penale di 65mila euro per il ritardo nella consegna.
Giovedì 18 febbraio i lavoratori avevano protestato davanti ai cancelli della caserma, sostenuti dalla Fillea Cgil. Domenica pomeriggio il titolare della ditta, Giampaolo Trivellin, si è tolto la vita. Non poteva pagare quella penale, spiega nelle sue ultime lettere, ed era angosciato per la sorte dei suoi dipendenti.

Che la crisi colpisca i piccoli imprenditori come gli operai, è un ritornello che nel nord est si sente ripetere da decenni, e anche questa campagna elettorale non sta facendo eccezione.
In questa tragica vicenda si dimostra un ritornello veritiero: tutti sulla stessa barca [con la situazione per gli operai che però ora si è fatta anche più difficile], in un contesto di subappalti fatti a micro aziende «costrette, pur di lavorare, a fare prezzi stracciati, e a risparmiare su tutto, fino a rimetterci» come sottolinea la Cgil. La beffa, però, sta in un altro lato della vicenda: questo è il famoso «indotto» della base americana, il nuovo Dal Molin che «almeno porta lavoro» – come sostengono da quattro anni i «Sì base» – oltre che distruzione ambientale e invasione militare. Di che lavoro si tratti, lo vediamo bene in questa vicenda.
La Pizzarotti di Parma è un colosso dell’edilizia da tempo in affari con gli americani nel nord-est: ad Aviano ha realizzato la «PAHA – Personnel Alert Holding Area», l’area d’imbarco per le grandi spedizioni di guerra in Iraq ed Afghanistan, mentre a Camp Ederle ha costruito, fra le altre cose, un residence per 300 militari statunitensi. Insieme alla clinica, uno dei tanti tasselli per potenziare la presenza Usa in vista del completamento della nuova base al Dal Molin, cantiere ora «impantanato» nell’acqua di falda che risale dopo le migliaia di pali piantati nel terreno per le fondamenta.
Costata 52 milioni di dollari, la nuova clinica Usa [anzi, «Healt clinic», che non sarà gestita dall’Ulss] sarà inaugurata fra pochi mesi e comprenderà posti letto, ambulatori, servizi di odontoiatria, radiologia, farmacia, pediatria, fisioterapia. Per i pazienti americani, si intende, che per interventi più complessi continueranno a rivolgersi all’affidabile ospedale San Bortolo.


Ora posso esprimere tutto il mio disprezzo verso i cinici che riescono a far muovere il criceto sulla ruota (leggi: ragionare) solo quando l'obiettivo è il proprio personale immediato tornaconto. Chi, poverino, non riesce a ragionare meglio di una gallina, che, come tutti sanno, pensa, ma i picchi intellettuali che raggiunge sono "mangiatoia=cibo quindi camminare verso la mangiatoia". Questi poveri cristi non ribattono nemmeno alle obiezioni o, al massimo, riescono a dire "i porta schei!!!". Di fronte a tanta poca lungimiranza mischiata ad abissale ignoranza, degna del leghista medio, le palle cadono e, vista la sfiga che ci attornia, ci vanno anche su per il culo.
Chiedo perdono per la finezza.

domenica 21 febbraio 2010

Nothing to say



Qualche tempo fa una persona fuori dal comune mi disse che io, in verità, non mi voglio far conoscere. In un certo senso è vero. Non letteralmente, però.
Finora c'ho rimuginato su, per qualche mese, diciamo, cercando un senso logico a questa osservazione, constatazione, senza molto successo.
Ho capito subito che era vero. Vero perché non mi piace affatto iniziare a parlare di me, non trovo gusto partire per la tangente raccontado ciò che penso, ciò che vorrei fare del mio futuro, come vedo il mondo o cosa mi piace della persona che ho di fronte.
No, non mi piace.
Mi piace ascoltare, si, quello si. Mi piace anche se, dopo una lunga chiacchierata-monologo dove l'altro racconta le sue cose, inizia a chiedermi qualcosa di me. Ci può stare.
Spesso mi sembra di non avere argomenti e starmene zitto. Ma non è che lo faccio di proposito, non ho voglia di parlare di me se prima non conosco l'ambiente dove sono finito.

Oggi però mi sono illuminato quando mi è stato detto questo:
"sono stufa di dover spiegare agli altri me stessa, di ricominciare ogni volta..."

Ecco il punto!!! Proprio questo è! Non ho voglia di spiegare, con uno sguardo si capiscono tantissime cose, non necessariamente si ricomincia daccapo! E se all'altro/a va bene e ti accetta, la musica diventa ottima!
Non so se sono più contento per aver capito il passaggio o per aver trovato una persona che vive la mia stessa sensazione. Fatto stà che la sensazione è molto, molto piacevole.

mercoledì 17 febbraio 2010

De Luca


Al Congresso dell'Italia dei Valori ho potuto apprezzare molte cose, alcune mi sono piaciute davvero, come il nostro nuovo Coordinatore Nazionale Giovani, Rudi Russo, un ragazzo meraviglioso e pieno di voglia di fare. Basta guardarlo negli occhi, osservarlo un attimo e ascoltarlo parlare per capire che sarà un ottimo leader di noi giovani e che ci aiuterà a crescere.

Altre mi hanno fatto girare le palle alla grande, tipo l'organizzazione pessima del calendario congressuale e il modo in cui è stato portato sul palco De Luca.
Il sabato in cui si è deciso di appoggiare il PD in Campania è venuto lui in persona a parlare e, come un branco di caproni, abbiamo (quasi) tutti applaudito perché c'ha detto quello che volevamo sentire e cioè che se fosse stato condannato si sarebbe dimesso.

Una persona a me molto cara mi ha detto che l'errore non è stato tanto dell'IDV, ma piuttosto del PD che ha candidato una patacca del genere, quando aveva fior fior di candidati incensurati e su cui non c'erano ombre.
Giusto, dico io, ma perché ci siamo ridotti a doverci pensare a due giorni dal termine?!?
E poi, dico sempre io, perché non chiamare, chessò, Travaglio sul palco per dirci che problemi giudiziare ha quest'uomo???
Così avremo potuto avere un'idea più completa, no?
Gli elettori dell'IDV non sono dei deficienti, purtroppo (direbbero gli altri leader) pensano, anche dopo, soprattutto dopo.
Vedremo come andrà a finire.
Sarà un bel casino.
Anche qui in Veneto.
Mi sembra di rivivere il momento in cui Di Pietro disse che "il Dal Molin è solo un dormitorio".
Uff...