mercoledì 18 gennaio 2012

Il riassunto


Ecco, delicatamente, cosa ci aspetta.

domenica 8 gennaio 2012

Orto sinergico 2.0 - Il corso


Sotto la supervisione del logo della nostra scuola, la Libera Scuola di Agricoltura Sinergica "Emilia Hazelip"
ecco a voi il corso che si terrà a San Vito di Brendola (VI) nei giorni 12-15 Aprile 2012.

Laboratorio pratico - teorico di Agricoltura Sinergica
ovvero
L'arte di coltivare lasciando fare alla Terra
Produzione vegetale attraverso l'autofertilità del suolo

con
Anna C. Satta
Emanuele Mercedi

Il corso è limitato a 10 partecipanti

Cosa faremo nel corso
Partendo da un terreno vuoto, spoglio, progetteremo e costruiremo un orto seguendo le indicazioni del metodo sinergico. Bancali, pacciamatura, irrigazione, semina e trapianto di numerose piantine.

Cosa deve portare ogni corsista
Un badile, una vanga (facoltativi) e un bel po' di entusiasmo.
Vestiti e scarpe da lavoro, guanti.
Ogni cosa che si possa scambiare con gli altri (semi, piante, pasta madre,...)


Dove saremo
Il corso si terrà a San Vito di Brendola (VI), a fianco di una suggestiva e neonata Food Forest.

Quando
12-13-14-15 Aprile 2012

Orari
Giovedì: 10-17
Venerdì e Sabato 24: 9-17
Domenica: 9-13

Pranzi e cene
A mezzogiorno mangeremo tutti assieme.
Chi vuole può portare un dolce, una bottiglia di vino o altro da condividere con gli altri.
Per la sera ci organizzeremo in base alle esigenze, tra agriturismi, trattorie o autogestione.

Pernottamenti
In zona vi sono diversi B&B.
Tra i consigliati, tutti situati a Brendola, a 10 minuti dall'orto, in ordine di comodità e prezzo:
- La Pergola (qualche euro di sconto per i corsisti se alloggiano per tutte e tre le notti)
- La Quiete
- Tenuta Maraveja

Vi aspetto!

Per ogni info:
emanuele_mercedi@hotmail.com
338 1340119

venerdì 30 dicembre 2011

Perchè Vegan



Perchè mangio prevalentemente vegan (pranzi della nonna a parte...)?
Perchè sono pazzo, perchè sono fissato, perchè mi sono fuso il cervello dopo 10 anni e più che studio l'alimentazione e la preparazione dei cibi, convenzionalmente e non, sono tutte risposte possibili. La seconda ragione però è all'interno di questo articolo. Buona lettura.


November 22, 2011



World consumption of animal protein is everywhere on the rise. Meat consumption increased from 44 million tons in 1950 to 284 million tons in 2009, more than doubling annual consumption per person to over 90 pounds. The rise in consumption of milk and eggs is equally dramatic. Wherever incomes rise, so does meat consumption.  
As the oceanic fish catch and rangeland beef production have both leveled off, the world has shifted to grain-based production of animal protein to expand output. With some 35 percent of the world grain harvest (760 million tons) used to produce animal protein, meat consumption has a large impact on grain consumption, and therefore global food security.  
World Animal Protein Production Per Person, 1961-2009
The efficiency with which various animals convert grain into protein varies widely. Grain-fed beef is one of the least efficient forms of animal protein, taking roughly 7 pounds of grain to produce a 1-pound gain in live weight.   Global beef production, most of which comes from rangelands, has grown by about 1 percent a year since 1990.  
World Beef Production, 1961-2009
Pork production has grown by 2 percent annually since 1990. World pork production, half of it now in China, overtook beef production in 1979 and has widened the lead since then. It requires over 3 pounds of grain to produce each 1-pound gain in live weight.
World Pork Production, 1961-2009
Poultry production has grown even more quickly: 4 percent annually in recent decades. It eclipsed beef in 1995, moving into second place behind pork. Poultry is even more efficient, requiring just over 2 pounds of grain to produce a 1-pound gain in live weight. 
World Poultry Production, 1961-2009
Fish farm output may also soon overtake beef production. In fact, aquaculture has been the fastest-growing source of animal protein since 1990, expanding from 13 million tons to 56 million tons in 2009, or 8 percent a year. For herbivorous species of farmed fish (such as carp, tilapia, and catfish), less than 2 pounds of grain is required to produce a 1-pound gain of live weight.   Although farming carnivorous fish such as salmon can be environmentally disruptive, worldwide aquaculture is dominated by herbivorous species. This represents great growth potential for efficient animal protein production.  
World Farmed Fish Production, 1961-2009
There are a number of ways to make animal protein production more efficient. Combining protein-rich soybean meal with grain dramatically boosts the efficiency with which grain is converted into animal protein, sometimes nearly doubling it. Virtually the entire world, including the three largest meat producers—China, the United States, and Brazil—now relies heavily on soybean meal as a protein supplement in feed rations.  Promising new livestock and dairy systems based on roughage rather than grain, such as India’s cooperative dairy model, boost both land and water productivity.  
Achieving food security depends on changes on the demand side of the equation as well as the supply side. Along with moving to smaller families to curb population growth, this means cutting individual consumption by eating less grain-intensive livestock products and eliminating waste in the food system. An American living high on the food chain with a diet heavy in grain-intensive livestock products, including red meat, consumes twice as much grain as the average Italian and nearly four times as much as the average Indian. By adopting a Mediterranean diet, Americans can cut their grain footprint roughly in half, improving health while increasing global food security. 


This data highlight is adapted from World on the Edge by Lester R. Brown. For more data and discussion, see the full book at www.earth-policy.org.

mercoledì 5 ottobre 2011

Pensiero


Questo post comparso su Crisis, un bellissimo blog che seguo da diversi anni, riassume il motivo per il quale scelgo i miei interessi e lavoro per costruire la food forest, il nuovo orto sinergico, per salvare i semi e così via. Ah, tra un po' organizzerò pure il corso per impagliare le sedie e poi pure per fare i cesti di vimini.

Il New York Times racconta di come in Grecia si stia pian piano diffondendo un'economia basata sul baratto, su moneta locale, su autoproduzione e banche del tempo. Qualcuno sussurra che anche l'Italia sia destinata alla famosa "fine dell'Argentina", dove la sussistenza di molte famiglie si basò a lungo sugli scambi di beni e servizi.

Così mi sono chiesta: cosa sappiamo fare di utile? Se dovesse accadere un disastro come quello greco, con milioni di persone senza lavoro o con stipendi ancor più miseri di quelli odierni, chi riuscirà davvero a sopravvivere?

La risposta è: chi ha qualcosa da vendere. Non solo patate e uova, ma anche conoscenze che possano essere utli agli altri. In Grecia si parla, oltre che di cibo e oggetti di uso, anche di lezioni di chitarra o di inglese, della riparazione di un vestito o di un'automobile, di una visita medica. Ciascuno di noi dovrebbe prepararsi ad offrire qualcosa in cambio di qualcos altro.

Purtroppo, molti di noi non sanno fare proprio un accidente. E' un'economia basata su mestieri quali il web designer, il project manager, il funzionario burocrate, il commerciante seduto dietro il bancone, il freelance di questo e quello, il consulente di gestione del magazzino, il dietologo, lo psicologo dei gatti, il personal shopper, il personal trainer, l'archivista, lo junior art director, l'analista di procedure, l'ingegnere gestionale, il genetista, tutta gente che non avrà nulla da scambiare né in termini di produzione di beni né in quelli di servizi a potenziali acquirenti.

Faremo ricorso agli hobbies, coltivati magari anni prima. Chi suonava il piano, chi sapeva montare a cavallo, chi mastica il russo, chi ha la licenza di caccia. Il problema è che se sappiamo cambiare un rubinetto o fare un orlo, non potremo comunque competere con idraulici e sarti. Occorre trovare una nicchia, ravanare nella nostra storia personale per reperire una conoscenza insolita, una capacità poco diffusa, oppure cercare di imparare fin da ora qualcosa di concreto che ci sarà utile.

Qualcuno si lancia a fare il pane, il formaggio, il sapone in casa. La Saponaria, gli esperti ufficiali della Rete nel campo "saponi fai da te", lancia il primo concorso per l'autoproduzione. Saponi fatti con gli scarti, con gli avanzi, un'idea carina.

Ma anche l'autoproduzione si scontra con una realtà: finché esisteranno in vendita saponi da 50 cents made in China, difficilmente i saponi autoprodotti potranno essere scambiati con un'otturazione dentale o un carburatore nuovo. Così come difficilmente i ravanelli coltivati sul terrazzo potranno essere altrettanto "competitivi" per ottenere ciò di cui avremo bisogno.

mercoledì 13 luglio 2011

Effetto domino planetario


A partire dai grandi stati (USA e GB in primis) si vede chiaramente un default in arrivo, quando più quando meno sonoro. Questa mattina guardavo le abitazioni lungo la strada andando al lavoro: una volta, ricordo, ma è ancora così nei piccoli paesi, era la casa ad essere delimitata e attorno c’erano ampi spazi di verde. Oggi, invece, è il verde ad essere delimitato con ampi spazi di cemento attorno. Il verde sembra l’alieno, lui il colpevole che invade il territorio dell’uomo. Delle aiuole compresse, striminzite, accerchiate da asfalto e cemento bollente. E allontanarsi così tanto dalla Terra può portare a qualcosa di buono?

martedì 5 aprile 2011

Preghiera per l'acqua


Conoscete la storia di Masaru Emoto?
Vi esorto a leggerla e a leggere soprattutto le sue teorie (dimostrate al microscopio e quindi non più molto teorie..).
Spero vivamente che la preghiera che stiamo recitando quando possiamo e vogliamo aiuti...

Da qui

Fukushima. Reattori 5 e 6 a rischio, e l'ingegnere piange

La notizia di oggi è che anche i reattori 5 e 6 sono a rischio. Si sta tentando di raffreddarli con acqua di mare, già radioattiva di suo perché usata per gli altri reattori. Qui sotto un video della TV giapponese: dal minuto 00:26 l'ingegnere della TEPCO tenta di spiegare la situazione, ma ci riesce a stento mentre cerca di trattenere le lacrime.

Update. La TEPCO si è vista costretta a rilasciare nell'oceano circa 10.000 tonnellate di acqua radioattiva che era stata stoccata nelle unità 5 e 6, per evitare che l'accumulo causasse altri problemi alle strutture, in cui sono stati già praticati tre buchi nel tetto per lasciari fuoriuscire l'idrogeno. Inoltre, si è scoperto che la TEPCO un paio di settimane fa ha avuto la somma sfacciataggine di presentare al governo un piano per costruire altre due centrali nucleari a Fukushima. Tale è stato lo scandalo, che la compagnia si è affrettata a tornare sui suoi passi.

Update 2. Sta girando in Rete in queste ore la voce che nel reattore 1 si stia verificando una reazione nucleare a catena. Qui un link con video, segnalato da TOD. L'intro dice:

Recenti report della stampa hanno discusso la possibilità che a Fukushima 1 si stia verificando una reazione nucleare a catena. Nuovi dati rilasciati da TEPCO indicano che anche se Fukushima 1 è stato chiuso durante il terremoto, sembra essere arrivato alla "criticità" senza intervento umano. Il rilevamento, da parte della TEPCO, di isotopi radioattivi di vita breve sostanziano l'esistenza di tale criticalità involontaria.

mercoledì 16 marzo 2011

Senza Playstation??? Non sia mai!


Riporto questo articolo da qui.


Nucleare? Gli italiani se lo meritano!

Voglio ricordare un'immortale frase di Nanni Moretti: "Ve lo meritate, Alberto Sordi! Ve lo meritate!". Così, allo stesso modo, ho concluso che gli italiani devono avere le centrali nucleari, perché se le meritano.

Oggi ho scritto un postillo su Il Fatto, in risposta a Ferruccio Sansa che si poneva qualche domanda sulla vera necessità delle centrali nucleari rispetto al risparmio energetico. Era stato coperto di sterco nonché tacciato di nuclearista.
Nel mio post, ho provato ad esporre l'ABC del concetto di risparmio energetico. Non ho neppure menzionato la parola decrescita, figuriamoci, ho solo provato a ragionare sulla reale esigenza di produrre sempre più energia.

I lettori del Fatto non sono degli sprovveduti, per capirci non sono certo quegli utenti del Forum Azzurro che mirumir si diverte tanto a raccontarci. Eppure, il quadro che esce dai commenti è sconfortante. Persone che affermano che negli anni '80 non c'erano lavastoviglie, scaldabagni e frigoriferi, e che si viveva in una specie di dopoguerra; altri che trovano impossibile pensare di rinunciare a gadget di ogni sorta, urlando con disperazione: "Ma sareste disposti a rinunciare al Blu-Ray? Alla Playstation??" Come se ciò fosse la base dell'esistenza. Non riescono a vivere senza aria condizionata: "Come si fa poi a dormire??", senza videochiamare gli amici, senza microonde. E dopo aver parlato di dvd e home-theater, un lettore chiosa: "Devo forse rinunciare al progresso perché lei è terrorizzata dall'atomo? Ci rinunci lei, io di sicuro non sono disposto a cambiare di una virgola le mie abitudini."

Il nostro tenore di vita non è negoziabile. Questo dicono gli italiani.

Pensate ancora che ci sia bisogno di un referendum? Neanche per sogno. Basta dirgli che forse devono rinunciare al pelamirtilli elettronico, e correranno in massa a votare a favore delle centrali nucleari, anche piazzate nel cortile di casa se serve.

Ho capito allora che qui, e in pochi altri posti, si raduna un piccolo gruppo di carbonari, di neoluddisti, che si illudono che basti comunicare per far capire. Brutte notizie: nessuno capisce. L'impatto col mainstream è deflagrante, la società è composta da milioni e milioni di persone che non hanno la più pallida idea dei termini drammatici della questione, e rifiutano anche solo di prenderla in considerazione.

Lasciamo allora che abbiano le loro centrali nucleari. Se le meritano, in fondo. E non importa se ci toccherà "meritarle" anche a noi: in fin dei conti siamo solo un'esigua, esiguissima minoranza di eccentrici.


L'autrice di questo articolo si chiama Debora Billi. Mi trovo d'accordo con lei molte volte e questa non fa eccezione. Mi lascia però una notevole tristezza sapere che anche una fascia di popolazione più attenta della media faccia comunque gli stessi ragionamenti.
Qui il buonsenso però è andato per la sua strada e noi per la nostra.
Diciamo di voler mantenere il nostro stile di vita, quando, tra qualche anno, il costo del petrolio sarà così alto che il cibo crescerà vertiginosamente di prezzo e allora si che invece di pensare alle caz**te, penseremo a cosa mettere sotto i denti. Magari con una centrale nucleare spenta per mancanza di uranio nel cortile.
 
Tanto discutiamo un sacco del picco del petrolio, mentre poi quello dell'uranio per le centrali è passato da un pezzo. Ora stiamo usando quello che fu nelle bombe atomiche costruite anni or sono.

sabato 12 marzo 2011

Giappone e Meltdown


Le notizie sono troppo grosse per non essere commentate e riportate.
Per ora questo articolo comparso su Crisis a firma Pietro Cambi.

Reattore nucleare di Fukushima: Ci sono buone probabilità che il melt-down sia cominciato


Come ho scritto nel precedente post, dovrei essere, ufficiosamente, fermo per protesta. Faccio una eccezione perchè la notizia è davvero troppo grossa ( e triste) per essere taciuta.
Saprete dai media che lo spaventoso terremoto in Giappone ha coinvolto anche alcune centrali nucelari e in particolare quella di Fukushima. La centrale è stata fermata, ma i sistemi di raffreddamento di back-up  sono andati in crisi perchè i generatori diesel, entrati in funzione per l'ovvia mancanza di corrente elettrica, pare siano stati travolti dallo tsunami ( la centrale è vicina al mare). Qui cominciano i guai SERI. Anche con le barre di controllo giù la reazione va avanti per un certo tempo prima di fermarsi del tutto e con quella la produzione di calore. A questo punto era solo questione di tempo: nonostante i tentativi DISPERATI di far diminuire la pressione, con le pompe ferme il calore ancora prodotto dal nocciolo ha fatto aumentare questa pressione ben oltre i limiti di progetto finchè una immane esplosione ha distrutto tutto l'edificio di contenimento. Si è prontamente decisa una evacuazione degli abitanti (quelli sopravissuti) in un raggio di venti km, circa DUECENTOMILA PERSONE. Il Giappone non è l'UCRAINA, è un paese fittamente abitato, con una densità di popolazione quasi doppia di quella italiana, oltretutto concentrata per la maggior parte nelle zone costiere.
Le fonti ufficiali, finora, hanno ammesso l'esplosione, minimizzato le fughe radioattive e garantito che l'esplosione avrebbe danneggiato solo l'edificio, l'involucro esterno, mentre il reattore sarebbe ancora intatto con il suo guscio contenitivo.
Ci sono tuttavia NOTEVOLI probabilità che le cose non stiano cosi.
Premesso che in questi casi la figura da Cassandra d'accatto è sempre dietro l'angolo e premesso che sarei LIETO, anzi: LIETISSIMO di sbagliarmi, ci sono diversi indizi che mi portano a questa conclusione.

1) le cause dell'esplosione: le autorità hanno detto che è dovuta ad una fuga di idrogeno. ora: l'idrogeno si forma quando il vapore surriscaldato a temperature vicine o oltre i mille gradi si dissocia. Se le cose stanno cosi il nocciolo del reattore ha già raggiunto queste elevatissime temperature e quindi, con ogni ragionevolezza, l'esplosione ha danneggiato anche la struttura di contenimento vera e propria, se non l'ha direttamente coinvolta. A temperature cosi elevate anche l'acciao ed il cemento armato piu robusti diventano assai poco resistenti.

2) presenza di Cesio radioattivo misurato nell'aria. I vecchietti sentiranno un brivido correre lungo la schiena. Ci ricorda, correttamente, Chernobyl.
Questo Cesio non ci DOVREBBE ESSERE se la struttura di contenimento fosse davvero intatta. E' infatti un prodotto della reazione nucleare e non è solitamente presente nel vapore o nel circuito di raffreddamento, dove sono invece presenti altri isotopi a breve vita. La sua presenza indica che, con tutta probabilità LE BARRE DI COMBUSTIBILE NUCLEARE SONO STATE O SONO ESPOSTE ALL'ARIA.

3) Raffreddare con acqua di mare: e' una misura assolutamente disperata che si fa quando è chiaro che la reazione non è più frenata dalle barre di controllo, cosa dle resto provata dall'esplosione stessa.

In conclusione: la struttura di contenimento è stata progettata, in teoria, per contenere, giustappunto, anche un nocciolo in fusione. A patto, ovviamente, di non essere stata danneggiata. Il pompaggio di acqua di mare su qualcosa che è (era, si spera) abbastanza caldo da dissociare il vapore è una pessima idea o, per meglio dire, una azione assolutamente disperata: si rischia una nuova e definitiva esplosione perchè si sa che, in mancanza, il nocciolo comincerà a fondere.
E' bene chiarire che questo reattore, pur non essendo recentissimo, è un classico e collaudato reattore a bassa pressione. Un edificio dotato di tutte le sicurezze passive ed attive del caso. Costruito con criteri antisismici severissimi.
Eppure c'e' una concreta minaccia di una nuova Chernobyl, alla meglio di una nuova Three Miles Island, a poco più di cento km da Tokyo.
Ci si può fidare delle dichiarazioni (relativamente) tranquillizzanti delle autorità giapponesi?
Insomma: hanno dei discreti precedenti di cover-ups di piccoli e meno piccoli incidenti.
Molte delle cose che ho scritte le potrete verificare in questo articolo.
Per dettagli sulla centrale invece, c'e' santa wiki.
Teniamo incrociate le dita.
Update: naturalmente anche Debora ha scritto un articolo, piuttosto simile, su Petrolio. Quello che ho scritto pare tutto confermato, purtroppo.

venerdì 21 gennaio 2011

Meditare


Un sant'uomo ebbe un giorno da conversare con Dio e gli chiese:
«Signore, mi piacerebbe sapere come sono il Paradiso e l'Inferno»

Dio condusse il sant'uomo verso due porte.
Ne aprì una e gli permise di guardare all'interno.
C'era una grandissima tavola rotonda.
Al centro della tavola si trovava un grandissimo recipiente contenente cibo dal profumo delizioso.
Il sant' uomo sentì l'acquolina in bocca.
Le persone sedute attorno al tavolo erano magre, dall'aspetto livido, malato.
Avevano tutti l'aria affamata.
Avevano dei cucchiai dai manici lunghissimi, attaccati alle loro braccia.
Tutti potevano raggiungere il piatto di cibo e raccoglierne un po', ma poiché il manico del cucchiaio era più lungo del loro braccio non potevano accostare il cibo alla bocca.
Il sant'uomo tremò alla vista della loro miseria e delle loro sofferenze.
Dio disse: "Hai appena visto l'Inferno".


Dio e l'uomo si diressero verso la seconda porta.
Dio l'aprì.
La scena che l'uomo vide era identica alla precedente.
C'era la grande tavola rotonda, il recipiente che gli fece venire l'acquolina.
Le persone intorno alla tavola avevano anch'esse i cucchiai dai lunghi manici.
Questa volta, però, erano ben nutrite, felici e conversavano tra di loro sorridendo.
Il sant'uomo disse a Dio : «Non capisco!»
- E' semplice, - rispose Dio, - essi hanno imparato che il manico del cucchiaio troppo lungo, non consente di nutrire sé' stessi....ma permette di nutrire il proprio vicino. Perciò hanno imparato a nutrirsi gli uni con gli
altri!
Quelli dell'altra tavola, invece, non pensano che a loro stessi...

Inferno e Paradiso sono uguali nella struttura...La differenza la portiamo
dentro di noi.


"Sii il cambiamento che vuoi vedere avvenire nel mondo"
Mahatma Gandhi.

martedì 7 dicembre 2010

Margherita Hack vegetariana


«Sono vegetariana. Gli animali sono ormai macchine da carne»
da “Liberazione” del 27/12/2009
di Gualtiero Crovesio
 
Per milioni di italiani, come da tradizione, le feste natalizie sono state occasione per consumare carni di ogni tipo. Per la maggior parte delle persone, infatti, una festa non sarebbe tale se venissero a mancare capponi, polli, capitoni e altri animali di varia provenienza dalle nostre tavole imbandite. Ma ci sono anche centinaia di migliaia di altri italiani, tra vegani e vegetariani, che per fare festa non sceglierebbero mai le carni di altri individui sacrificati per la gioia del palato. In questa particolare categoria di “obiettori di coscienza gastronomici” troviamo, tra gli altri, l’astrofisica Margherita Hack, classe 1922, vegetariana dalla nascita.
Come è diventata vegetariana?
In realtà non ho nessun merito, perché i miei erano già vegetariani. Comunque credo che in ogni caso la carne non l’avrei mai mangiata: mi ripugna che si uccida un essere vivente per mangiarlo.
Come giudica la recente proposta di legge per ottenere l’alternativa vegetariana e vegana nelle mense pubbliche: è una scelta estremista?
Penso di no. Essere vegetariani permette di vivere meglio e risparmiare sofferenze. Gli allevamenti intensivi rappresentano oggi la principale fonte di inquinamento. Ridurre il consumo di prodotti animali farebbe bene all’ambiente e agli animali, molti dei quali sono oramai ridotti a vere e proprie macchine da carne.
Un tempo erano in pochissimi ad adottare la scelta vegetariana: ha avuto problemi di socializzazione per questa sua diversità?
Beh, a scuola si meravigliavano tutti della mia dieta, diversa da quella degli altri. Soprattutto alle elementari. Io poi ho fatto atletica e mi dicevano che sarebbe stato impossibile senza carne, perché si è troppo deboli. Io ho vinto due campionati universitari. Poi la guerra ha impedito lo svolgimento dei giochi europei, ai quali sarei stata tra i partecipanti. Ho sempre avuto più resistenza e migliore salute dei miei coetanei. E anche oggi sto abbastanza bene. Fino all’anno scorso giocavo ancora a pallavolo e due anni fa ho fatto la Trieste – Grado, andata e ritorno, in bici.
Crede che l’antispecismo (la lotta contro le discriminazioni a danno degli animali) abbia a che vedere con l’antisessismo, l’antirazzismo e le altre battaglie contro la discriminazione, o è un paragone sacrilego?
Non è sacrilego. Lo specismo è un’estensione del razzismo. La completa estensione dell’antirazzismo è la lotta contro tutte le discriminazioni. Avere un cervello più complesso ci dovrebbe fare essere più caritatevoli verso i nostri fratelli minori. E poi chi conosce gli animali sa che abbiamo le stesse reazioni, le stesse gelosie, gli stessi affetti. Sono estremamente simili a noi se si pensa alla sfera dei sentimenti
Da donna di scienza, ritiene che a tutt’oggi le pratiche di vivisezione verso gli animali siano utili e necessarie per la salute umana?
Riguardo ai test per i cosmetici, credo siano una cosa talmente inutile che la si dovrebbe eliminare subito. Più in generale ci sono molti casi per i quali si dovrebbe fare a meno dei test sugli animali e usare metodi in vitro. Non dimentichiamo che gli effetti delle medicine sugli animali sono diversi da quelli che si hanno sugli umani. Si pensi al caso della talidomide. Non è detto che ciò che fa male agli animali abbia lo stesso effetto sugli umani e viceversa. In ogni caso nei laboratori si perpetrano spesso degli abusi. Gli animali nei laboratori di ricerca vengono mantenuti in gabbia anche quando non vengono usati e sono costretti a una vita completamente al di fuori della loro natura. Ma ci sono aberrazioni ancora peggiori, se si pensa alla produzione di pellicce.
Il governo di destra sta facendo di più di quello di centro-sinistra su questo tema… Forse c’è ancora l’idea che amare gli animali sia roba da ricchi e da borghesi. Mentre invece gli animali sono spesso veri e propri membri della famiglia e in alcuni casi rappresentano l’unica compagnia per molti vecchi pensionati o per persone sole che vivono con 400 euro al mese.
Oggi gli animali sono soprattutto macchine da produzione. Ma nella storia dell’uomo sono stati anche simboli divini o nomi di costellazioni: che cosa è andato perso?
Nella civiltà contadina c’era maggior vicinanza tra umani e animali. Essi erano una ricchezza ma venivano riconosciuti come esseri viventi. Mentre oggi tanti bambini non sanno neppure da dove viene la carne e la conoscono solo sotto forma di confezione del supermercato. Sarebbe utilissimo portare i bambini a vedere cos’è veramente un macello. Ci sarebbe così molta più sensibilità verso gli animali. E la nostra civiltà sarebbe migliore in generale. Perché chi incrudelisce verso un animale può essere più facilmente disposto a farlo anche verso un essere umano.