lunedì 25 gennaio 2010

Ogm (omicidi, guerra, massacri)


Dite che sia esagerato il titolo? Concordo, per ora lo è. Tra non molto sarà la normalità. Per cosa? Per il cibo, ovvio. Riporto questo articolo da qui.

30/11/09
Rapporto pubblicato negli Stati Uniti stila un bilancio conclusivo: nei primi tredici anni di impiego le colture biotech hanno incrementato in modo massiccio l’uso dei pesticidi

Disattese, dopo le promesse di maggiore produttività, anche quelle di minore inquinamento

Fonte: The Organic Center - Charles Benbrook

http://www.organic-center.org/science.pest.php?action=view&report_id=159

Nei primi tredici anni di uso commerciale, le colture geneticamente modificate hanno incrementato l’uso dei pesticidi negli Stati Uniti di 318 milioni di libbre. Lo afferma, sulla base di dati ufficiali del Dipartimento dell’Agricoltura e della sua agenzia per le rilevazioni statistiche (NASS), il terzo rapporto su colture gm e uso dei pesticidi di Charles Benbrook, agronomo eminente, già direttore della commissione Agricoltura dell’Accademia Nazionale delle Scienze, oggi responsabile scientifico dell’Organic center.
Secondo il rapporto, tra il 1996 e il 2008 le colture geneticamente modificate di tipo Bt (mais e cotone) hanno ridotto l’uso degli insetticidi di 64,2 milioni di libbre, ma quelle resistenti agli erbicidi (soia, mais e cotone) hanno incrementato l’uso degli erbicidi di 382 milioni di libbre: l’impronta chimica complessiva delle colture gm è pertanto del tutto negativa.
La causa: la diffusione di infestanti resistenti al glifosate (principio attivo dell’erbicida Roundup abbinato alla quasi totalità delle piante gm resistenti a erbicidi), che gli agricoltori hanno cercato di contrastare sia con un uso più massiccio della stessa sostanza pesticida sia con l’applicazione di erbicidi aggiuntivi e più tossici come il paraquat e il 2,4D. Spiega Benbrook: “Il ricorso quasi esclusivo a un unico agente di controllo degli organismi nocivi per tutta la durata della stagione, anno dopo anno e su vaste aree di terreno coltivato, crea le condizioni ideali per l’insorgere e la diffusione del fenomeno della resistenza”.
Preoccupa, per il futuro, che l’industria del biotech non preveda altro che un potenziamento della stessa fallimentare strategia, ovvero lo sviluppo di piante geneticamente modificate per tollerare dosi più elevate di glifosate, per resistere a un numero più elevato di erbicidi o entrambe le cose.
Il rapporto segna la fine del mito della maggiore sostenibilità delle colture gm anche presso il grande pubblico e fornice alle istituzioni strumenti per iniziare a guardare finalmente altrove.

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