martedì 7 dicembre 2010

Margherita Hack vegetariana


«Sono vegetariana. Gli animali sono ormai macchine da carne»
da “Liberazione” del 27/12/2009
di Gualtiero Crovesio
 
Per milioni di italiani, come da tradizione, le feste natalizie sono state occasione per consumare carni di ogni tipo. Per la maggior parte delle persone, infatti, una festa non sarebbe tale se venissero a mancare capponi, polli, capitoni e altri animali di varia provenienza dalle nostre tavole imbandite. Ma ci sono anche centinaia di migliaia di altri italiani, tra vegani e vegetariani, che per fare festa non sceglierebbero mai le carni di altri individui sacrificati per la gioia del palato. In questa particolare categoria di “obiettori di coscienza gastronomici” troviamo, tra gli altri, l’astrofisica Margherita Hack, classe 1922, vegetariana dalla nascita.
Come è diventata vegetariana?
In realtà non ho nessun merito, perché i miei erano già vegetariani. Comunque credo che in ogni caso la carne non l’avrei mai mangiata: mi ripugna che si uccida un essere vivente per mangiarlo.
Come giudica la recente proposta di legge per ottenere l’alternativa vegetariana e vegana nelle mense pubbliche: è una scelta estremista?
Penso di no. Essere vegetariani permette di vivere meglio e risparmiare sofferenze. Gli allevamenti intensivi rappresentano oggi la principale fonte di inquinamento. Ridurre il consumo di prodotti animali farebbe bene all’ambiente e agli animali, molti dei quali sono oramai ridotti a vere e proprie macchine da carne.
Un tempo erano in pochissimi ad adottare la scelta vegetariana: ha avuto problemi di socializzazione per questa sua diversità?
Beh, a scuola si meravigliavano tutti della mia dieta, diversa da quella degli altri. Soprattutto alle elementari. Io poi ho fatto atletica e mi dicevano che sarebbe stato impossibile senza carne, perché si è troppo deboli. Io ho vinto due campionati universitari. Poi la guerra ha impedito lo svolgimento dei giochi europei, ai quali sarei stata tra i partecipanti. Ho sempre avuto più resistenza e migliore salute dei miei coetanei. E anche oggi sto abbastanza bene. Fino all’anno scorso giocavo ancora a pallavolo e due anni fa ho fatto la Trieste – Grado, andata e ritorno, in bici.
Crede che l’antispecismo (la lotta contro le discriminazioni a danno degli animali) abbia a che vedere con l’antisessismo, l’antirazzismo e le altre battaglie contro la discriminazione, o è un paragone sacrilego?
Non è sacrilego. Lo specismo è un’estensione del razzismo. La completa estensione dell’antirazzismo è la lotta contro tutte le discriminazioni. Avere un cervello più complesso ci dovrebbe fare essere più caritatevoli verso i nostri fratelli minori. E poi chi conosce gli animali sa che abbiamo le stesse reazioni, le stesse gelosie, gli stessi affetti. Sono estremamente simili a noi se si pensa alla sfera dei sentimenti
Da donna di scienza, ritiene che a tutt’oggi le pratiche di vivisezione verso gli animali siano utili e necessarie per la salute umana?
Riguardo ai test per i cosmetici, credo siano una cosa talmente inutile che la si dovrebbe eliminare subito. Più in generale ci sono molti casi per i quali si dovrebbe fare a meno dei test sugli animali e usare metodi in vitro. Non dimentichiamo che gli effetti delle medicine sugli animali sono diversi da quelli che si hanno sugli umani. Si pensi al caso della talidomide. Non è detto che ciò che fa male agli animali abbia lo stesso effetto sugli umani e viceversa. In ogni caso nei laboratori si perpetrano spesso degli abusi. Gli animali nei laboratori di ricerca vengono mantenuti in gabbia anche quando non vengono usati e sono costretti a una vita completamente al di fuori della loro natura. Ma ci sono aberrazioni ancora peggiori, se si pensa alla produzione di pellicce.
Il governo di destra sta facendo di più di quello di centro-sinistra su questo tema… Forse c’è ancora l’idea che amare gli animali sia roba da ricchi e da borghesi. Mentre invece gli animali sono spesso veri e propri membri della famiglia e in alcuni casi rappresentano l’unica compagnia per molti vecchi pensionati o per persone sole che vivono con 400 euro al mese.
Oggi gli animali sono soprattutto macchine da produzione. Ma nella storia dell’uomo sono stati anche simboli divini o nomi di costellazioni: che cosa è andato perso?
Nella civiltà contadina c’era maggior vicinanza tra umani e animali. Essi erano una ricchezza ma venivano riconosciuti come esseri viventi. Mentre oggi tanti bambini non sanno neppure da dove viene la carne e la conoscono solo sotto forma di confezione del supermercato. Sarebbe utilissimo portare i bambini a vedere cos’è veramente un macello. Ci sarebbe così molta più sensibilità verso gli animali. E la nostra civiltà sarebbe migliore in generale. Perché chi incrudelisce verso un animale può essere più facilmente disposto a farlo anche verso un essere umano.

domenica 28 novembre 2010

Tra un mese volerà!


Da qui: http://www.aspoitalia.it/blog/nte/2010/11/27/procede-la-costruzione-del-primo-kitegen-stem/

Ultime foto dal Kitegen in costruzione a Sommariva (To). Vedete che è stato montato lo “stem” vero e proprio, ovvero il componente tubolare che manovra i cavi dell’aquilone.
Certo, in questa foto il povero stem sembra un po’ ammosciatino; verrebbe voglia di proporre una pasticchina di viagra o qualcosa del genere. Comunque, vedete che il lavoro va avanti. Fra breve, si dovrebbe cominciare a far volare l’aquilone, e allora il prototipo sarà come deve essere secondo il progeo:

domenica 17 ottobre 2010

Non voglio ricevere il libro "Due anni di governo"

Avete saputo, vero, che San Silvio da Arcore ha intenzione di donarci (con i nostri soldi) un libro pieno pieno di presunte cose buone fatte dal suo governo di mafiosi, corrotti, corruttori, condannati e indagati in genere?
Ecco, se qualche vostro conoscente (di sicuro un comunista sovversivo che si veste male) non volesse ricevere il suddetto futuro best-seller, non deve far altro che seguire le istruzioni riportate qui sotto.



* *Collegatevi al sito:* *

http://www.governo.it/scrivia/scrivi_a_trasparenza.asp

 * *Compilate il modulo con i vs dati.* *
es.
Nome: Mario
Cognome: Rossi
Indirizzo Email: mario@rossi.it mario@rossi.it >
Città : Roma

Oggetto: Non voglio il libro "Due anni di governo".

Copiate il testo:

Con riferimento all'annuncio del Presidente del Consiglio On. Silvio Berlusconi di inviare ad ogni famiglia italiana il libro "Due anni di governo", mi preme comunicarVi che non desidero riceverlo, essendo un mio diritto in base al Decreto legislativo 30 giugno 2003, n. 196, Codice in materia di protezione dei dati personali, nella fattispecie articolo 7 comma 4b. 

Chiedo che la spesa relativa che si risparmierà , venga messa a disposizione del Ministero della Pubblica istruzione e/o del Ministero della Sanità.
Ringraziando per l'attenzione porgo distinti saluti.»

(Firma)

martedì 31 agosto 2010

Respiro


Immaginate, dopo quasi 10 ore di lavoro, di andare nel posto in cui vi sentite meglio. Per me l'orto.

Senza alcuna fatica giunge lo stato di nonmente. L'unica immagine che avete nella testa ritrae i  bellissimi girasoli che sono fioriti in questi giorni e che da molto tempo osservate.
La luce se ne va e si torna a casa. Prima di salire in macchina decidete di respirare a pieni polmoni, con Hara, l'aria di questo luogo magico, guardate il cielo, di un blu intenso e avvolgente, notate le colline all'orizzonte, con il sole già dietro di loro, questa ombra scura continua, ma tutt'altro che minacciosa.
Seduti sull'erba fresca, rivolti verso le colline decidete di lasciarvi andare ai nonpensieri, svuotando la mente.
Qualche esercizio per i meridiani, una sorta di stretching meditativo, in questo luogo incantato.

domenica 28 febbraio 2010

Libere sementi in libera terra

Nell'anno della biodiversità, l'unico contributo che possiamo è scambiarci i semi, mantenere vive le varietà che l'industria agronomica uccide in nome della produzione a breve termine.

Questa mattina, dopo la partita, sono andato direttamente all'Agriturismo Cà dell'Agata, a Zugliano, vicino a Thiene. Lì, per il secondo anno, si è svolto un evento chiamato Libere sementi in libera terra promosso dal GAS di Thiene e dalla Rete dei semi rurali.
Quando ho saputo di questa cosa, attraverso la mail di Civiltà Contadina, non ho esitato.

Sono arrivato verso mezzogiorno, nel bel mezzo di uno scambio di esperienze, proseguito in un pranzo splendido che come portata principale aveva un'insalatina di topinambur, sedano rapa e cavolfiori, tutto crudo, polentina maranello, sformato di patate e ceci neri. Una delizia!

Quindi siamo passati allo scambio dei semi.
Ho portato a casa cose spaziali! La più misteriosa e interessante è la Luffa, una pianta che mi regalerà spugne! Sisi, proprio quelle per lavare! Forte, no?
La prima cosa che ho preso, invece, è stata la Zucca grande della Serbia, che mi porterà fortuna, ne sono certo.

I miei semi di Stevia, poi, hanno avuto un successone e mi sono preso un bel pò di complimenti poiché è risaputo che è molto difficile ottenerli, di solito si procede a talea.

Ora però devo pensare al calendario delle semine... comincio ad avere una mensola piena di cartocci con 20 tipi di sementi... :-)

martedì 23 febbraio 2010

Disprezzo


Riporto questo articolo e sotto il mio commento.

Da qui

A Vicenza senza paga nel cantiere della base Usa

I ventidue lavoratori di una ditta al lavoro nel cantiere alla caserma Ederle [Usa] di Vicenza, la Tri-Intonaci di Noventa, non ricevono stipendi da otto mesi. E il titolare si è tolto la vita domenica 21

Ventidue lavoratori senza stipendio da otto mesi: è una piccola impresa come altre migliaia, la Tri-Intonaci di Noventa Vicentina, stretta nella morsa della crisi. Con una piccola differenza: a non corrispondere gli stipendi ai ventidue operai in questo caso è il Consorzio Pizzarotti-Pelzinger, che ha subappaltato un lavoro molto particolare, la costruzione della nuova clinica all’interno della caserma Ederle di Vicenza.
La Tri-Intonaci ha ottenuto il subappalto per l’intonacatura della clinica, ma a lavoro fatto la Pizzarotti, non soddisfatta del risultato, ha avviato un contenzioso chiedendo una penale di 65mila euro per il ritardo nella consegna.
Giovedì 18 febbraio i lavoratori avevano protestato davanti ai cancelli della caserma, sostenuti dalla Fillea Cgil. Domenica pomeriggio il titolare della ditta, Giampaolo Trivellin, si è tolto la vita. Non poteva pagare quella penale, spiega nelle sue ultime lettere, ed era angosciato per la sorte dei suoi dipendenti.

Che la crisi colpisca i piccoli imprenditori come gli operai, è un ritornello che nel nord est si sente ripetere da decenni, e anche questa campagna elettorale non sta facendo eccezione.
In questa tragica vicenda si dimostra un ritornello veritiero: tutti sulla stessa barca [con la situazione per gli operai che però ora si è fatta anche più difficile], in un contesto di subappalti fatti a micro aziende «costrette, pur di lavorare, a fare prezzi stracciati, e a risparmiare su tutto, fino a rimetterci» come sottolinea la Cgil. La beffa, però, sta in un altro lato della vicenda: questo è il famoso «indotto» della base americana, il nuovo Dal Molin che «almeno porta lavoro» – come sostengono da quattro anni i «Sì base» – oltre che distruzione ambientale e invasione militare. Di che lavoro si tratti, lo vediamo bene in questa vicenda.
La Pizzarotti di Parma è un colosso dell’edilizia da tempo in affari con gli americani nel nord-est: ad Aviano ha realizzato la «PAHA – Personnel Alert Holding Area», l’area d’imbarco per le grandi spedizioni di guerra in Iraq ed Afghanistan, mentre a Camp Ederle ha costruito, fra le altre cose, un residence per 300 militari statunitensi. Insieme alla clinica, uno dei tanti tasselli per potenziare la presenza Usa in vista del completamento della nuova base al Dal Molin, cantiere ora «impantanato» nell’acqua di falda che risale dopo le migliaia di pali piantati nel terreno per le fondamenta.
Costata 52 milioni di dollari, la nuova clinica Usa [anzi, «Healt clinic», che non sarà gestita dall’Ulss] sarà inaugurata fra pochi mesi e comprenderà posti letto, ambulatori, servizi di odontoiatria, radiologia, farmacia, pediatria, fisioterapia. Per i pazienti americani, si intende, che per interventi più complessi continueranno a rivolgersi all’affidabile ospedale San Bortolo.


Ora posso esprimere tutto il mio disprezzo verso i cinici che riescono a far muovere il criceto sulla ruota (leggi: ragionare) solo quando l'obiettivo è il proprio personale immediato tornaconto. Chi, poverino, non riesce a ragionare meglio di una gallina, che, come tutti sanno, pensa, ma i picchi intellettuali che raggiunge sono "mangiatoia=cibo quindi camminare verso la mangiatoia". Questi poveri cristi non ribattono nemmeno alle obiezioni o, al massimo, riescono a dire "i porta schei!!!". Di fronte a tanta poca lungimiranza mischiata ad abissale ignoranza, degna del leghista medio, le palle cadono e, vista la sfiga che ci attornia, ci vanno anche su per il culo.
Chiedo perdono per la finezza.

domenica 21 febbraio 2010

Nothing to say



Qualche tempo fa una persona fuori dal comune mi disse che io, in verità, non mi voglio far conoscere. In un certo senso è vero. Non letteralmente, però.
Finora c'ho rimuginato su, per qualche mese, diciamo, cercando un senso logico a questa osservazione, constatazione, senza molto successo.
Ho capito subito che era vero. Vero perché non mi piace affatto iniziare a parlare di me, non trovo gusto partire per la tangente raccontado ciò che penso, ciò che vorrei fare del mio futuro, come vedo il mondo o cosa mi piace della persona che ho di fronte.
No, non mi piace.
Mi piace ascoltare, si, quello si. Mi piace anche se, dopo una lunga chiacchierata-monologo dove l'altro racconta le sue cose, inizia a chiedermi qualcosa di me. Ci può stare.
Spesso mi sembra di non avere argomenti e starmene zitto. Ma non è che lo faccio di proposito, non ho voglia di parlare di me se prima non conosco l'ambiente dove sono finito.

Oggi però mi sono illuminato quando mi è stato detto questo:
"sono stufa di dover spiegare agli altri me stessa, di ricominciare ogni volta..."

Ecco il punto!!! Proprio questo è! Non ho voglia di spiegare, con uno sguardo si capiscono tantissime cose, non necessariamente si ricomincia daccapo! E se all'altro/a va bene e ti accetta, la musica diventa ottima!
Non so se sono più contento per aver capito il passaggio o per aver trovato una persona che vive la mia stessa sensazione. Fatto stà che la sensazione è molto, molto piacevole.

mercoledì 17 febbraio 2010

De Luca


Al Congresso dell'Italia dei Valori ho potuto apprezzare molte cose, alcune mi sono piaciute davvero, come il nostro nuovo Coordinatore Nazionale Giovani, Rudi Russo, un ragazzo meraviglioso e pieno di voglia di fare. Basta guardarlo negli occhi, osservarlo un attimo e ascoltarlo parlare per capire che sarà un ottimo leader di noi giovani e che ci aiuterà a crescere.

Altre mi hanno fatto girare le palle alla grande, tipo l'organizzazione pessima del calendario congressuale e il modo in cui è stato portato sul palco De Luca.
Il sabato in cui si è deciso di appoggiare il PD in Campania è venuto lui in persona a parlare e, come un branco di caproni, abbiamo (quasi) tutti applaudito perché c'ha detto quello che volevamo sentire e cioè che se fosse stato condannato si sarebbe dimesso.

Una persona a me molto cara mi ha detto che l'errore non è stato tanto dell'IDV, ma piuttosto del PD che ha candidato una patacca del genere, quando aveva fior fior di candidati incensurati e su cui non c'erano ombre.
Giusto, dico io, ma perché ci siamo ridotti a doverci pensare a due giorni dal termine?!?
E poi, dico sempre io, perché non chiamare, chessò, Travaglio sul palco per dirci che problemi giudiziare ha quest'uomo???
Così avremo potuto avere un'idea più completa, no?
Gli elettori dell'IDV non sono dei deficienti, purtroppo (direbbero gli altri leader) pensano, anche dopo, soprattutto dopo.
Vedremo come andrà a finire.
Sarà un bel casino.
Anche qui in Veneto.
Mi sembra di rivivere il momento in cui Di Pietro disse che "il Dal Molin è solo un dormitorio".
Uff...

domenica 31 gennaio 2010

E finalmente svelati i piani (poco) segreti di B.

Taormina si sbottona : la verita' su Berlusconi raccontata dal suo ex avvocato

Scritto da Alessandro Giglioli
Sabato 30 Gennaio 2010 09:18

«Conosco bene il modo con cui Berlusconi chiede ai suoi legali di fare le leggi ad personam, perché fino a pochi anni fa lo chiedeva a me. E, contrariamente a quello che sostiene in pubblico, con i suoi avvocati non ha alcun problema a dire che sono leggi per lui. Per questo oggi lo affermo con piena cognizione di causa: quelle che stanno facendo sono norme ad personam».

Carlo Taormina, 70 anni, è stato uno dei legali di punta del Cavaliere fino al 2008, quando ha mollato il premier e il suo giro – uscendo anche dal Parlamento – a seguito di quella che lui ora chiama «una crisi morale». Ormai libero da vincoli politici, in questa intervista a Piovonorane dice quello che pensa e che sa su Berlusconi e le sue leggi.

Avvocato, qual è il suo parere sulle due norme che il premier sta facendo passare in questi giorni, il processo breve e il legittimo impedimento?

«La correggo: le norme che gli servono per completare il suo disegno sono tre. Lei ha dimenticato il Lodo Alfano Bis, da approvare come legge costituzionale, che è fondamentale».

Mi spieghi meglio.
«Iniziamo dal processo breve: si tratta solo di un ballon d’essai, di una minaccia che Berlusconi usa per ottenere il legittimo impedimento. Il processo breve è stato approvato al Senato ma scommetterei che alla Camera non lo calendarizzeranno neanche, insomma finirà in un cassetto».

E perché?
«Perché il processo breve gli serve solo per alzare il prezzo della trattativa. A un certo punto rinuncerà al processo breve per avere in cambio il legittimo impedimento, cioè la possibilità di non presentarsi alle udienze dei suoi processi e di ottenere continui rinvii. Guardi, la trattativa è già in corso e l’Udc, ad esempio, ha detto che se lui rinuncia al processo breve, vota a favore del legittimo impedimentoı».

E poi che succede? Che c’entra il Lodo Alfano bis?
«Vede, la legge sul legittimo impedimento è palesemente incostituzionale, e quindi la Consulta la boccerà. Però intanto resterà in vigore per almeno un anno e mezzo: appunto fino alla bocciatura della Corte Costituzionale. E Berlusconi nel frattempo farà passare il Lodo Alfano bis, come legge costituzionale, quindi intoccabile dalla Consulta».

Mi faccia capire: Berlusconi sta facendo una legge – il legittimo impedimento -che già sa essere incostituzionale?
«Esatto. Non può essere costituzionale una legge in cui il presupposto dell’impedimento è una carica, in questo caso quella di presidente del consiglio. Non esiste proprio. L’impedimento per cui si può rinviare un’udienza è un impegno di quel giorno o di quei giorni, non una carica. Ad esempio, quando io avevo incarichi di governo, molte udienze a cui dovevo partecipare si facevano di sabato, che problema c’è? E si possono tenere udienze anche di domenica. Chiunque, quale che sia la sua carica, ha almeno un pomeriggio libero a settimana. Invece di andare a vedere il Milan, Berlusconi potrebbe andare alle sue udienze. E poi, seguendo la logica di questa legge, la pratica di ottenere rinvii potrebbe estendersi quasi all’infinito. Perché mai un sindaco, ad esempio, dovrebbe accettare di essere processato? Forse che per la sua città i suoi impegni istituzionali sono meno importanti? E così via. Insomma questa legge non sta in piedi, è destinata a una bocciatura alla Consulta. E Berlusconi lo sa, ma intanto la fa passare e la usa per un po’ di tempo, fino a che appunto non passa il Lodo Alfano bis, con cui si sistema definitivamente»....continua

Come fa a esserne così certo?
«Ho lavorato per anni per Berlusconi, conosco le sue strategie. Quando ero il suo consulente legale e mi chiedeva di scrivergli delle leggi che lo proteggessero dai magistrati, non faceva certo mistero del loro scopo ad personam. E io gliele scrivevo anche meglio di quanto facciano adesso Ghedini e Pecorella».

Tipo?
«Quella sulla legittima suspicione, mi pare fossimo nel 2002. Gli serviva per spostare i suoi processi da Milano a Roma. Lui ce la chiese apertamente e noi, fedeli esecutori della volontà del principe, ci siamo messi a scriverla. E abbiamo anche fatto un bel lavoretto, devo dire: sembrava tutto a posto. Poi una sera di fine ottobre, verso le 11, arrivò una telefonata di Ciampi».

Che all’epoca era Presidente della Repubblica.
«Esatto. E Ciampi chiese una modifica».

Quindi?
«Quindi io dissi a Berlusconi che con quella modifica non sarebbe servita più a niente. Lui ci pensò un po’ e poi rispose: “Intanto facciamola così, poi si vede”. Avevo ragione io: infatti la legge passò con quelle modifiche e non gli servì a niente».

Pentito?
«Guardi, la mia esperienza al Parlamento e al governo è stata interessantissima, direi quasi dal punto di vista scientifico. Ma molte cose che ho fatto in quel periodo non le rifarei più. Non ho imbarazzo a dire che ho vissuto una crisi morale, culminata quando ho visto come si stava strutturando l’entourage più ristretto del Cavaliere.

A chi si riferisce?
«A Cicchitto, a Bondi, a Denis Verdini, ma anche a Ghedini e Pecorella. Personaggi che hanno preso il sopravvento e che condizionano pesantemente il premier. E l’hanno portato a marginalizzare – a far fuori politicamente – persone come Martino, Pisanu e Pera. E adesso stanno lavorando su Schifani».

Prego?
«Sì, il prossimo che faranno fuori è Schifani. Al termine della legislatura farà la fine di Pera e Pisanu».

Ma mancano ancora tre anni e mezzo alla fine della legislatura…
«Non credo proprio. Penso che appena sistemate le sue questioni personali, diciamo nel 2011, Berlusconi andrà alle elezioni anticipate».

E perché?
«Perché gli conviene farlo finché l’opposizione è così debole, se non inesistente. Così vince un’altra volta e può aspettare serenamente che scada il mandato di Napolitano, fra tre anni, e prendere il suo posto».

Aiuto: mi sta dicendo che avremo Berlusconi fino al 2020?
«E’ quello a cui punta. E in assenza di un’opposizione forte può arrivarci tranquillamente. L’unica variabile che può intralciare questo disegno, più che il Pd, mi pare che sia il centro, cioè il lavorio tra Casini e Rutelli. Ma se questo lavorio funzionerà o no, lo vedremo solo dopo le regionali».

sabato 30 gennaio 2010

Commissione Energia

La giornata è iniziata con il punto interrogativo. Questa mattina c'è stato un incontro molto importante che ha deciso una serie di eventi a cui tengo molto e per i quali mi sono speso in prima persona. Poteva andare male, davvero, e invece il compromesso che si è raggiunto è stato soddisfacente. Brendola avrà uno spettacolo teatrale degno dei suoi cittadini più esigenti.
E come prima cosa, è andata bene.
Poi mi è arrivata la proposta di far parte di una commissione per far risparmiare il mio Comune in termini di bolletta, quindi di migliorare i consumi, razionalizzarli e introdurre kwp di fotovoltaico. Quindi, in due parole, risparmio energetico! E potevo dire di no? Certo che no! Quindi altro bagolo che si somma a tutto quello che già c'ho da seguire... Ma in fondo mi piace!

...si comincia a morire nell'attimo in cui cala il fuoco di ogni passione... (E.R.)

Soddisfazione

Quando arriva la riconoscenza, la stima e l'ammissione dell'importanza del lavoro svolto finora, la sensazione di appagamento e soddisfazione è qualcosa di indescrivibile. Forse più per il fatto che non se lo si aspetta, non lo si era messo in conto. E meno lo si aspetta, più è gratificante. Grazie Progetto Civico!

lunedì 25 gennaio 2010

Esplorare


Ci sono occasioni in cui si incontra per caso qualcuno, lo si saluta, ci si scambia due parole, più per cortesia che per interesse. Qualcosa, però, non quadra. Quella persona che di sfuggita sembra normalissima, ordinaria (l'offesa peggiore che esista, secondo me, l'equivalente in dialetto del "non te sè proprio da gniente!"), nasconde un acume e presenta una discordanza da quello che mostra a quello che realmente è, che lascia stupiti, ma anche soddisfatti per averci creduto e per aver voluto forzare per altre due chiacchiere, solo per restare in ascolto. Senza sbilanciarsi più di tanto, solamente ascoltando. Meraviglioso.

PIIGS


Che figo! Siamo tra i maaaiali! Come mai? Chi ci ha messo in questa categoria? Da qui.

La strana vendetta di Cassandra, la Grecia ed i maiali

Cassandra, figlia di Priamo, non solo fu condannata a prevedere il futuro, ma fu condannata a prevedere solo le cose negative, non potendo essere mai creduta.

Facile immaginare che non fu mai particolarmente amata. Il peggio doveva ancora venire, però. Alla caduta di Troia fu prima violentata davanti alla statua di Atena ( che si arrabbiò alquanto, condannando tutti i greci ad un ritorno quanto mai problematico) e poi presa schiava dal solito, fissato, Agamennone.

Avendo previsto la congiura che lo attendeva al ritorno a casa, cercò invano di avvertirlo e, non essendovi riuscita, ci rimise la vita anche lei.

Dopo più di 2000 anni la sua anima aleggia vendicativa sulla Grecia, predicendo, come al solito, grandi sconquassi e terribili sciagure ma, contrariamene al solito, qualcuno se la fila.

Insomma, per venire al sodo: la Grecia ha fatto, parrebbe, carte false per stare dentro il patto di stabilità, è stata scoperta e si ritrova con un deficit di bilancio al 12.5%, una credibilità prossima a zero e le aste dei propri bonds che vanno deserte nonostante tassi attraenti.

Lo scenario è praticamente quello di uno stato che ha la scelta del default, quella dell'uscita dalla moneta unica o tutti e due, nel processo entrando in una recessione probabilmente profonda.

Il bello è che le Cassandre che aleggiano, tratteggiando questi scenari incredibilmente foschi, nel silenzio totale dei telegiornali, sono ormai istituzionali: da Moody's ai ministri dei paesi della Cee , dal Sole 24 Ore al Daily Telegraph, al povero Primo Ministro Greco , la parola d'ordine è minimizzare, ma le parole evocate sono quelle di Cassandra: Default, rischio insolvenza, scenario argentino, recessione e tagli verticali delle spesa pubblica.

E noi di Crisis, Cassandre per eccellenza?

Beh, ahem, come al solito, ne abbiamo diffusamente parlato, da più di un anno, alquanto inascoltati, ovviamente.

Come se non bastasse le cifre ufficiali, che parlano di un deficit oltre il 12% per il 2009, potrebbero essere perfino ottimiste, come lo erano, a quanto pare , quelle degli anni 2005-2009.

E noi Italiani?

Come la vedano dall'estero è mostrato dall'articolo del Daily Telegraph che vi ho linkato. Dove ci mettano, almeno virtualmente è presto detto.

Siamo, per dirla tutta, tra i maiali.

Non lo dico io. Lo dice il telegraph.

Gli europei di serie "B", quelli a rischio default e dintorni, sono raccolti sotto la bella sigla "PIIGS" che sta, in modo certo non casuale, per Portugal, Italy, Ireland, Greece e Spain.

Animale utile, per quanto zozzo, il maiale, che butta giù di tutto, di cui si usa tutto.

Qualcuno, poi soprannominato "il cinghialone", milioni di anni fa, parlava di utili idioti...

Resta da capire chi siano, nella sempre più sgricchiolante Unione Europea.

Qualcuno, evidentemente, si sta facendo una sua idea.

Ogm (omicidi, guerra, massacri)


Dite che sia esagerato il titolo? Concordo, per ora lo è. Tra non molto sarà la normalità. Per cosa? Per il cibo, ovvio. Riporto questo articolo da qui.

30/11/09
Rapporto pubblicato negli Stati Uniti stila un bilancio conclusivo: nei primi tredici anni di impiego le colture biotech hanno incrementato in modo massiccio l’uso dei pesticidi

Disattese, dopo le promesse di maggiore produttività, anche quelle di minore inquinamento

Fonte: The Organic Center - Charles Benbrook

http://www.organic-center.org/science.pest.php?action=view&report_id=159

Nei primi tredici anni di uso commerciale, le colture geneticamente modificate hanno incrementato l’uso dei pesticidi negli Stati Uniti di 318 milioni di libbre. Lo afferma, sulla base di dati ufficiali del Dipartimento dell’Agricoltura e della sua agenzia per le rilevazioni statistiche (NASS), il terzo rapporto su colture gm e uso dei pesticidi di Charles Benbrook, agronomo eminente, già direttore della commissione Agricoltura dell’Accademia Nazionale delle Scienze, oggi responsabile scientifico dell’Organic center.
Secondo il rapporto, tra il 1996 e il 2008 le colture geneticamente modificate di tipo Bt (mais e cotone) hanno ridotto l’uso degli insetticidi di 64,2 milioni di libbre, ma quelle resistenti agli erbicidi (soia, mais e cotone) hanno incrementato l’uso degli erbicidi di 382 milioni di libbre: l’impronta chimica complessiva delle colture gm è pertanto del tutto negativa.
La causa: la diffusione di infestanti resistenti al glifosate (principio attivo dell’erbicida Roundup abbinato alla quasi totalità delle piante gm resistenti a erbicidi), che gli agricoltori hanno cercato di contrastare sia con un uso più massiccio della stessa sostanza pesticida sia con l’applicazione di erbicidi aggiuntivi e più tossici come il paraquat e il 2,4D. Spiega Benbrook: “Il ricorso quasi esclusivo a un unico agente di controllo degli organismi nocivi per tutta la durata della stagione, anno dopo anno e su vaste aree di terreno coltivato, crea le condizioni ideali per l’insorgere e la diffusione del fenomeno della resistenza”.
Preoccupa, per il futuro, che l’industria del biotech non preveda altro che un potenziamento della stessa fallimentare strategia, ovvero lo sviluppo di piante geneticamente modificate per tollerare dosi più elevate di glifosate, per resistere a un numero più elevato di erbicidi o entrambe le cose.
Il rapporto segna la fine del mito della maggiore sostenibilità delle colture gm anche presso il grande pubblico e fornice alle istituzioni strumenti per iniziare a guardare finalmente altrove.

Parigi è a Novara.


Riporto un post da Crisis. Disarmante.

E' quasi finito il primo quadrimestre e mio figlio, quinta elementare, in geografia ha studiato solo il Lazio. Ci stanno su da tre mesi. Non ho idea di come faranno a studiare le 19 regioni restanti.

Ilvo Diamanti su Repubblica di oggi racconta che lo studio della geografia praticamente scomparirà dai programmi delle superiori. Lo fa con un articolo che ironizza sul TomTom e lamenta la perdita dell'identità. La Società Geografica Italiana, invece, lancia un disperato appello affinché questa materia non sprofondi nell'oblio, insieme alla capitale della Mongolia e ai fiumi siberiani: e l'appello di questo storico Istituto, fondato nel 1867, colpisce nel segno molto di più.

Fare geografia a scuola vuol dire formare cittadini italiani e del mondo consapevoli, autonomi, responsabili e critici, che sappiano convivere con il loro ambiente e sappiano modificarlo in modo creativo e sostenibile, guardando al futuro.

Consapevoli, autonomi, responsabili e critici? Dio ce ne scampi e liberi, per carità. Molto meglio una mandria di ignoranti che confondono persino le regioni con le città e i Paesi, l'Est e l'Ovest. Parigi è a Novara e la Basilicata sta in Piemonte. Sarà complottismo, ma credo fermamente che tutto ciò sia fatto apposta, in modo da impedire fisicamente ai futuri cittadini una qualsiasi critica della realtà che li circonda. Vivere in uno spazio ignoto, vuoto, indecifrabile significa aver persino timore di azzardarsi ad analizzarlo.

Cancellare la geografia significa anche cancellare la nostra storia. Centinaia di uomini (tra cui molti italiani) sono morti per andare a scoprire come è fatto il mondo, per tracciare una mappa di conoscenza. Un esploratore non ha meno meriti di un filosofo, quando si tratta di illuminare le menti sulla realtà circostante. Come avrete già capito, ho sempre amato la geografia, per me più affascinante della storia.

Non che lo studio della storia, a scuola, sia poi così considerato peraltro. Per continuare con l'esempio che ho sottomano, mio figlio ha nel programma di quinta l'INTERA storia romana, fino alla caduta dell'Impero. Ebbene: non sono neppure ancora arrivati agli etruschi. E perché mai? Perché hanno trascorso quattro mesi a studiare ignote ed insignificanti tribù dell'antica Padania, mai sentite nominare e le cui conquiste di civiltà sono state qualche palafitta, qualche vasetto e un paio di graffiti rupestri (programma ministeriale). Pagine e pagine di capanne padane al posto di Tiberio e Caio Gracco, di Scipione l'Africano e del De Bello Gallico.

E poi dice che non lo fanno apposta.

Sconvolgimenti


Ci sono persone capaci di stravolgere i principi fondanti con ragionamenti logici ai quali non puoi dire di no, non puoi opporti perchè fondamentalmente sono solo un'evoluzione di quel che finora la tua mente ha partorito.
Queste persone sono gli intellettuali. Ti prendono per mano mostrandoti che quello che vedi o che ti accontenti di vedere non è altro che una delle facce superficiali. Uno specchietto per le allodole.
Solamente nel momento in cui, grazie al nuovo ragionamento, riesci ad aggrapparti al motivo per cui lotti ritrovi quella pace illusoria, quel momento in cui tutto è fermo, apparentemente, in attesa del nuovo inizio.
In questa era priva di intellettuali, non perchè non ci siano, ma perchè vengono fatti tacere.
Esplorare e cercare di conoscere ciò che è sconosciuto, ma continuare a costruire per raggiungere l'obiettivo di fondo. Senza demordere. Sembra facile.

venerdì 8 gennaio 2010

Vita!



Alcune volte si hanno periodi in cui sembra andare tutto molto linearmente, troppo, tutto sembra piatto e quello che si desidera da tempo non arriva mai.
In questi momenti serve un qualcosa dall'esterno che arriva dritto al cuore. Un qualcosa di semplice che faccia ricordare le cose belle che presto torneranno a farci sognare.
Un video, che avevo già visto, con un protagonista che merita davvero, che ho avuto l'onore di conoscere personalmente, mi ha risvegliato. Mi ha fatto ricordare. Che bello!
E mi è stato pure detto che sarò io tra 40 (magari di più!!!) anni!
E per questa parte della mia vita che continua a darmi soddisfazioni ti ringrazio, Anna.